V.I.T.R.I.O.L.
Mostra collettiva d’arte contemporanea
Inaugurazione sabato 24 novembre 2007 ore 18.30
A cura di: Roberta Gucci Cantarini
Artisti: Karin Andersen, Paolo G. Bonfiglio, Eleonora Chiesa e Lucia Leuci, Oscar Colombo, Globalgroove, Monika Grycko, Elisa Laraia, Chantal Michel, Christian Rainer + selezione di artisti Citymorb, etichetta di musica elettronica: Dieb, Receptor, SMBP, Vermont.
In mostra: dal 24 novembre al 1 dicembre 2007
Sabato 24 novembre 2007 dalle ore 18.30 la Galleria A+A presenta V.I.T.R.I.O.L., mostra collettiva a cura di Roberta Gucci Cantarini.
V.I.T.R.I.O.L. riunisce opere di artisti del panorama internazionale che, attraverso diversi linguaggi, utilizzano i propri mezzi come bisturi per portare alla luce dinamiche che governano la vita dell’uomo contemporaneo.
L’idea di questa mostra nasce dal sospetto e dal dubbio su cosa realmente agisca nel nostro intimo, quasi a nostra insaputa. I rapporti interpersonali, le interferenze o gli stimoli di tutto quanto è esterno alla formazione dell’individuo, l’apertura a ciò che è straniero/alieno, la nascita o la disfatta di una condotta morale, la città come vero e proprio paesaggio mentale, la necessità di solitudine e concentrazione e il loro risvolto più arido, il gioco, la resistenza. Il punto di partenza è dunque ciò che in ogni individuo non è consciamente condivisibile, i processi che misteriosamente hanno luogo in noi, alle nostre spalle.
Gli artisti invitati, “maestri del sospetto”, sondano l’animo umano dall’interno, ne testano i mutamenti e le reazioni con intenti e codici differenti. Per un’impresa di questo genere qualsiasi mezzo è lecito: dall’inganno al riciclaggio di informazioni, dal travestimento fino alla mutazione, dalla messa in scena della nascita alla messa in scena della morte, fino all’erosione delle verità. Ciò che è importante è la trasparenza dell’operazione.
Vitriol è il nome con cui si conosceva anticamente l’acido solforico, scoperto nel nono secolo dal medico persiano Ibn Zakariya al-Razi. Nel corso dei secoli il vetriolo divenne la base degli studi dei più grandi alchimisti, tra cui Albertus Magnus. Per le sue proprietà venne considerato tappa fondamentale dell’Opera per giungere alla pietra filosofale: purificato al massimo grado, infatti, reagisce violentemente con molte sostanze ma non con l’oro. La parola vetriolo deriva da “vitreus”, con riferimento alla trasparenza dei sali di zolfo. Nonostante questo, di fatto, i sali raccolti sotto il nome di vitriol hanno diverse colorazioni: blu (solfato di rame), verde (solfato di ferro), rosso (solfato di cobalto), bianco (solfato di zinco). Il vetriolo divenne per gli alchimisti regola della ricerca stessa e dei sacrifici ad essa necessari: V.I.T.R.I.O.L. – Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem.
Mostra collettiva d’arte contemporanea
Inaugurazione sabato 24 novembre 2007 ore 18.30
A cura di: Roberta Gucci Cantarini
Artisti: Karin Andersen, Paolo G. Bonfiglio, Eleonora Chiesa e Lucia Leuci, Oscar Colombo, Globalgroove, Monika Grycko, Elisa Laraia, Chantal Michel, Christian Rainer + selezione di artisti Citymorb, etichetta di musica elettronica: Dieb, Receptor, SMBP, Vermont.
In mostra: dal 24 novembre al 1 dicembre 2007
Sabato 24 novembre 2007 dalle ore 18.30 la Galleria A+A presenta V.I.T.R.I.O.L., mostra collettiva a cura di Roberta Gucci Cantarini.
V.I.T.R.I.O.L. riunisce opere di artisti del panorama internazionale che, attraverso diversi linguaggi, utilizzano i propri mezzi come bisturi per portare alla luce dinamiche che governano la vita dell’uomo contemporaneo.
L’idea di questa mostra nasce dal sospetto e dal dubbio su cosa realmente agisca nel nostro intimo, quasi a nostra insaputa. I rapporti interpersonali, le interferenze o gli stimoli di tutto quanto è esterno alla formazione dell’individuo, l’apertura a ciò che è straniero/alieno, la nascita o la disfatta di una condotta morale, la città come vero e proprio paesaggio mentale, la necessità di solitudine e concentrazione e il loro risvolto più arido, il gioco, la resistenza. Il punto di partenza è dunque ciò che in ogni individuo non è consciamente condivisibile, i processi che misteriosamente hanno luogo in noi, alle nostre spalle.
Gli artisti invitati, “maestri del sospetto”, sondano l’animo umano dall’interno, ne testano i mutamenti e le reazioni con intenti e codici differenti. Per un’impresa di questo genere qualsiasi mezzo è lecito: dall’inganno al riciclaggio di informazioni, dal travestimento fino alla mutazione, dalla messa in scena della nascita alla messa in scena della morte, fino all’erosione delle verità. Ciò che è importante è la trasparenza dell’operazione.
Vitriol è il nome con cui si conosceva anticamente l’acido solforico, scoperto nel nono secolo dal medico persiano Ibn Zakariya al-Razi. Nel corso dei secoli il vetriolo divenne la base degli studi dei più grandi alchimisti, tra cui Albertus Magnus. Per le sue proprietà venne considerato tappa fondamentale dell’Opera per giungere alla pietra filosofale: purificato al massimo grado, infatti, reagisce violentemente con molte sostanze ma non con l’oro. La parola vetriolo deriva da “vitreus”, con riferimento alla trasparenza dei sali di zolfo. Nonostante questo, di fatto, i sali raccolti sotto il nome di vitriol hanno diverse colorazioni: blu (solfato di rame), verde (solfato di ferro), rosso (solfato di cobalto), bianco (solfato di zinco). Il vetriolo divenne per gli alchimisti regola della ricerca stessa e dei sacrifici ad essa necessari: V.I.T.R.I.O.L. – Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem.